Buon giorno “Short n’ Sweet”! Venerdì 23 agosto segna l’uscita del sesto lavoro in studio di Sabrina Carpenter. A soli 25 anni, è difficile credere che la discografia di Carpenter vanti già così tanti album. Salito alle stelle in seguito alla vitalità di TikTok di successi come “Feather”, “Espresso” e “Please, Please, Please”, “Short n’ Sweet” era atteso con ansia quanto coerente. Ma il disco apre nuove strade? Andiamo a fondo.
Ho sempre trovato stranamente ironico che i più grandi successi di Carpenter siano i “più sicuri” dal punto di vista sonoro dell’intero catalogo. Per chi non lo sapesse, prima di capitalizzare la crescente popolarità della musica pop influenzata dal folk, Sabrina ha pubblicato due mini-album splendidamente realizzati comprendenti una serie di tracce sperimentali che spingevano i confini della musica contemporanea. Questi erano “Singular: Act 1” e “Singular: Act 2”. Entrambi gli album, con mio sgomento, non sono riusciti ad avere un impatto sulle classifiche globali, nonostante siano stati niente meno che fantastici. Laddove la coppia di ‘Singular’ abbraccia l’anticonvenzionale, ‘Short n’ Sweet’ adotta una formula più sicura, offrendo tracce che sembrano essere state fabbricate per le tendenze di TikTok e in definitiva non mostrano molta progressione sonora rispetto al suo precedente lavoro, ‘emails i can’t send’.Nonostante queste critiche, sarebbe del tutto ingiusto affermare che non ci siano delle canzoni davvero forti in questo album. Inoltre, i testi vulnerabili ma riconoscibili sono totalmente ineguagliabili. Carpenter parte a razzo con la prima traccia dell’album, “Taste”. Un brano pop inno con influenze country, “Taste” coinvolge gli ascoltatori di Sabrina e li prepara per le montagne russe sonore che verranno. Passiamo poi a “Please, Please, Please”, il grande successo responsabile di aver catapultato la nativa della Pennsylvania alla fama mondiale e un indiscutibile successo a sé stante. “Good Graces”, la terza canzone di “Short n’ Sweet”, mi piace descriverla come la traccia gemella di “Nonsense”, un’opinione che attribuisco al fatto che entrambe esistono come le uniche canzoni influenzate da RnB nei rispettivi album prevalentemente folk-pop. Alcuni ascoltatori potrebbero essere confusi dai beat trap di un album di Sabrina Carpenter, ma direi che questo serve solo ad aumentare la versatilità del progetto. Una mossa grandiosa!
Poi arrivano “Sharpest Tool” e “Coincidence”, tracce che Carpenter canta come un intimo diario. I loro testi sono assolutamente bellissimi. Tuttavia, secondo quella che sarà probabilmente un’opinione impopolare, sono troppo simili a livello sonoro a pezzi come “how many things” e “Bad for Business”, due pezzi presenti in “emails i can’t send” della starlet statunitense. Questo, a sua volta, raffigura la mancanza di progressione a cui ho fatto riferimento inizialmente.
In mancanza di una frase meno “da papà”, Sabrina diventa un po’ più “funky” per il marcatore di metà del progetto, “Bed Chem”, una traccia che è tanto divertente e vivace nei testi quanto nella musica. “Espresso”, la settima traccia dell’album, non ha bisogno di analisi. La conosciamo tutti, la amiamo tutti!
La recensione finora darebbe l’impressione che io non sia il più grande fan di Sabrina e questo non potrebbe essere più lontano dalla verità. Adoro assolutamente la sua arte e sono un suo fan da quando riesco a ricordare, con il fandom che risale a quando ho ascoltato l’album “EVOlution” sul mio iPhone 5 sull’autobus per andare a scuola. Ecco perché mi addolora descrivere le quattro tracce seguenti, ovvero “Dumb & Poetic”, “Slim Pickings”, “Juno” e “Lie to Girls” come riempitivi. Di certo non sono male, ma non sono memorabili, il che è così distruttivo dato il contesto in cui Carpenter è indiscutibilmente su una traiettoria ascendente dall’uscita di “Espresso”.
Sabrina ha chiaramente adottato la vecchia filosofia di “riservare il meglio per ultimo” perché “Don’t Smile” è la mia traccia preferita del disco. La sua dolce voce sulla produzione più pesante, in stile 1975, è, come la starlet stessa, davvero meravigliosa. Un classico istantaneo dall’effetto contagioso e riascoltabile, “Don’t Smile” è la canzone di chiusura perfetta.